In questo articolo vediamo come passare dal ciclismo alla corsa senza infortunarsi
Una fra le tipologie di podisti che mi capita più frequentemente di vedere in studio è l’ex-ciclista che ha deciso di passare alla corsa.
Per questo motivo ho deciso di scrivere un articolo dedicato.
Dal ciclismo alla corsa, dove sta il problema?
L’ex ciclista che si vuole dedicare alla corsa si scontra velocemente con un paradosso.
Il sistema aerobico è ben allenato, le lunghe ore di bici permettono di allenare il cuore e i polmoni a resistere sforzi intensi prolungati.
Il sistema meccanico formato dall’insieme dei muscoli, tendini ed articolazioni non è abituato al movimento.
In pratica ci si trova in una macchina con il motore di una Ferrari, ma una carrozzeria di una Panda. Cosa potrà andare storto?
Bici vs corsa, analisi del movimento
Sia la bicicletta che la corsa si definiscono movimenti ciclici, ovvero una serie di movimenti che si ripetono sempre uguali nel tempo.
La differenza sostanziale è che chi va in bici fa contrarre i suoi muscoli in un’azione di accorciamento (azione concentrica), mentre nella corsa i muscoli si contraggono mentre si allungano (contrazione eccentrica).
Questa differenza è dovuta al fatto che, mentre nella bici si devono spingere o tirare i pedali, la corsa è una serie di rimbalzi ripetuti. Questo movimento prevede un’azione muscolare completamente opposta.
Come risolvere questo paradosso?
I consigli della nonna sono sempre validi.
Iniziare con gradualità e controllare i carichi di allenamento è l’approccio migliore. Bisogna dare tempo al sistema muscolo-tendineo ed articolare di adattarsi alla nuova situazione.
Contrariamente a quanto si crede, questo processo non può essere completato nel giro di poche settimane, ma probabilmente saranno necessari alcuni mesi.
Durante questo periodo, si deve avere pazienza e si deve procedere con il freno a mano tirato. Aumentare il volume di allenamento del 10% a settimana può essere una regola valida.
Esercizi specifici
Per supportare questo processo di adattamento, si può dare una mano al proprio corpo con esercizi specifici per i distretti più delicati.
In primis il polpaccio e il tendine d’Achille.
Il tendine d’Achille, che nella bicicletta è sostanzialmente a riposo, si trova ad essere il motore principale dell’incedere del podista.
Supportarlo con esercizi eccentrici può essere una buona protezione contro gli inconvenienti.
Se il complesso polpaccio-tendine d’Achille è quello esposto ai rischi più alti, anche ginocchia ed anche non scherzano.
Per aiutare questi distretti potete svolgere gli esercizi che ho segnalato in questo articolo.
Conclusioni
Passare dal ciclismo alla corsa è abbastanza complesso, spesso si va incontro ad infortuni che spengono la passione sul nascere.
Allenarsi con regolarità (ma senza esagerare), aspettare che il corpo si adatti alla nuova attività e supportare il processo con esercizi specifici è indispensabile.
Ricapitolando i due parole: pazienza e metodo!