La tendinopatia del tibiale posteriore è un problema invalidante che, oltre a far interrompere gli allenamenti, può causare disfuzioni interferiscono con la vita quotidiana.
In questo articolo ne analizziamo i sintomi e le possibilità di trattamento.
Tendinopatia del tibiale posteriore: sintomi
Il principale sintomo di questa patologia è il dolore in corrispondenza del malleolo interno della caviglia, passaggio il tendine viene compresso contro la tibia (vedi immagine sotto).
Questa compressione viene esacerbata dal movimento di pronazione che, portando il calcagno verso l’interno del piede, aumenta il livello di pressione.

Un altro segno caratteristico di questa patologia è il progressivo appiattimento dell’arco plantare.
Infatti, il tibiale posteriore si indebolisce progressivamente e piano-piano perde la sua funzione di mantenimento della volta plantare.
Il grado di appiattimento viene usato anche per determinare la gravità di questa patologia:
- Il primo stadio prevede dolore o al massimo un po’ di gonfiore. Non sono presenti segni di deformazione dell’arco.
- Nel secondo stadio il dolore viene accompagnato dall’iniziale appiattimento dell’arco plantare, che rimane comunque reversibile.
- Nel terzo e nel quarto stadio l’arco plantare risulta definitivamente appiattito e, a seconda della gravità, saranno presenti segni di degenerazione articolare della caviglia (Geideman, 2000).
La diagnosi viene effettuata basandosi sulla storia del paziente, sui segni clinici e su alcuni test specifici come il sollevamento sulle punte o il first metatarsal rise sign.
Tendinopatia del tibiale posteriore: trattamento
A seconda dello stadio della patologia, il trattamento può essere conservativo o chirurgico.
Nei primi due stadi si inizia con un trattamento conservativo basato sull’uso di plantari ed esercizi specifici, se questo non dovesse funzionare si potrà pensare alla chirurgia.
Lo scopo di questo blog è parlare di riabilitazione, quindi in questo articolo approfondirò solamente il trattamento conservativo.
Plantari
Se si ha molto dolore o se l’arco ha già iniziato a deformarsi è strettamente consigliato l’uso dei plantari.
Infatti, tramite un’opportuna modifica dell’appoggio del piede si va ad agevolare l’azione del tibiale posteriore riducendo i sintomi e la deformazione anatomica.
Un plantare vale l’altro?
Mmm, non proprio.
Sembra che un plantare modificato con la medial heel skive technique (non saprei dirlo in italiano), possa garantire risultati migliori.

Esercizi
Come ogni tendine, anche il tibiale posteriore può trarre beneficio da esercizi specifici.
Non è ancora chiaro quale sia la modalità di esercizio più adeguata, tuttavia gli esercizi eccentrici rimangono sempre un’ottima opzione.
A seconda del livello di dolore e della stadio della patologia, potrai scegliere fra esercizi semplici, come quello mostrato in questi video ed esercizi più impegnativi in carico completo.
Personalmente, preferisco utilizzare gli esercizi con elastici solo quando gli esercizi in carico producono molto dolore.
A questi puoi aggiungere esercizi di controllo dell’arco plantare e di equilibrio, infatti questi esercizi servono allenare i piccoli muscoli che aiutano il tibiale posteriore nel mantenimento della volta plantare.
Posso continuare a correre?
La risposta è dipende!
Se la corsa non fa peggiorare i sintomi e se non hai segni di deformazione dell’arco plantare non vedo perchè non continuare ad allenarsi con moderazione.
Se così non è, ti consiglio di interrompere gli allenamenti per dedicarti completamente alla riabilitazione.
In questa patologia il controllo del peso è fondamentale, quindi, se smetti di correre, ti consiglio di fare comunque un po’ di cross training (bici, nuoto…) per mantenere una condizione fisica adeguata.
Conclusioni
Insomma, questo tipo di tendinopatia è una patologia complessa e va affrontata di petto senza indugiare troppo.
Se non trattata adeguatamente si può arrivare persino alla rottura completa del tendine e ad una conseguente difficoltà a camminare normalmente.
Spero che le informazioni scritte in questo articolo ti siano state utili, come al solito, ti consiglio di consultare un clinico esperto evitando il fai da te.